Diventare insegnante stabile: che fatica!
Oltre duecentomila docenti precari della scuola aspettavano le novità che sarebbero arrivate dal PNRR, nella speranza che le assunzioni diventassero più semplici e chiare per tutti.
E le regole sul reclutamento stanno cambiando. Ma porteranno beneficio alla categoria?
Tra le novità c’è senz’altro l’intenzione di velocizzare le procedure di assunzione il più possibile, ma per ottenere questo risultato il compromesso non si può ignorare. A quale prezzo si velocizzeranno?
Nuovo reclutamento precari: l’altra faccia della medaglia
Velocizzare la massimo le procedure per il reclutamento del personale scolastico per rispettare gli obiettivi previsti dal PNRR, cosa comporterà? Secondo il Ministro Valditara, le assunzioni entro dicembre 2024 saranno centomila, nonostante i ritardi maturali dal precedente Governo. Ma per ottenere questo, i concorsi banditi in questo anno e mezzo prevedono ancora i tanto odiati test a crocetta per la prova scritta. In questo modo, i computer possono sostituire le commissioni di docenti nella correzione delle prove, che è difficile reclutare a causa dei compensi troppo bassi.
Il commercio dei CFU
Un’altra faccia negativa del reclutamento è legata all’acquisizione dei famosi CFU. La formazione dei docenti si ridurrà al commercio dei CFU? Dai 24 crediti formativi previsti a partire dall’anno 2017 per accedere al mondo dell’insegnamento, adesso siamo arrivati a 60 per i neolaureati, 36 per chi ha già conseguito i 24, 30 per chi vuole una seconda abilitazione o per chi ha solo la specializzazione sul sostegno. Per un costo di circa 2.500 euro l’anno. Insomma, per diventare insegnanti bisogna prima ‘restituire anticipatamente’ qualche stipendio. Sempre che poi i candidati prof riescano a passare la selezione, altrimenti avranno pagato e basta.
“Questo provvedimento trasforma persino la precarietà in un miraggio per chi voleva insegnare”, afferma Antonio Corlianò, dell’organizzazione studentesca Cambiare Rotta. “60 cfu e 2.500 euro sono i tempi e i costi di un ulteriore anno di università. Di fronte alla necessità di insegnanti adeguatamente formati la scuola pubblica diventa il palcoscenico dei pochi che si potranno permettere i costi di accesso”.
FONTE: “Scuolainforma”
ARTICOLO DI: Claudia Scalìa
29/6/2023